Con la storia, con la saga. Il tempo è cambiato, la tecnologia è cambiata e anche noi non stiamo troppo bene.
Ma se Abrams può cambiare e io posso cambiare, allora tutto il mondo può cambiare (Rocky IV, cit.).
Una delle cose che si rimprovera agli script è che spesso non hanno un decente mood di partenza del cd. eroe. Abrams non solo ce ne costruisce uno appassionante, ma ci fa anche versare qualche lacrima. Ora l’eroe può partire per il viaggio, il film può cominciare. E questo è cinema.
Altre due cose. La passione per il vintage (non solo a livello trucco e costumi ma a livello di effetti sonori; quel gran figlio di Abrams ci gioca da matti e i fan della serie anni ’60 godono come vitelli alla monta). Chi ha la pazienza per i titoli di coda è ripagato dal tema originale della serie tv di Alexander Courage, inaspettato per chi non abbia letto di tutto sul film prima di vederlo (ma poi c’è gusto?).
L’interesse, perfettamente in linea con moltissimo cinema mainstream di oggi, di raccontare una storia di amicizia maschile, in cui le donne sono necessario (ma non indispensabile) contorno.
Gli sguardi tra Spock e Kirk, e il sigillo al rapporto che viene dato ad un certo momento, sono quel non detto che avevamo sempre saputo. I due in fondo si amano. Il resto sono false piste.
La sensazione, anch’essa vintage in un certo senso, è di avere assistito a un lussuoso pilot in cui i vari personaggi (Sulu, Checov, Uhura, McCoy, Scotty, Spock e Kirk) vengono presentati in una nuova versione al passo coi tempi. E ora possono partire gli altri film., quelli veri. Un’operazione rischiosissima, la Paramount si è spinta coraggiosamente là dove nessuno Studio era mai arrivato prima.
Attori simpatici e belli. Con la mia compagna di visione non abbiamo litigato, lei si prende Zachary Quinto (Spock) e io mi prendo Chris Pine (Kirk), con il quale, a giudicare dalla foto che potete vedere, potrei avere maggiore successo.
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@luciano: sì sono d’accordo sulla boccata d’ossigeno su una serie che non aveva (da tempo direi) più nulla da dire.Mi fa piacere che anche tu sia un trekkista. ^^Un saluto.
Il film mi ha positivamente sorpreso. Da appassionato della saga (purtroppo ho visto tutte le serie e tutti i film) mi è piaciuto questo “salto in avanti”, questo tentativo di rinnovare l’universo trek. E non sono neppure le varie sequenze del film che mi hanno attratto tanto (ben costruite ma simili a tante sequenze trek sui viaggi temporali) ma l’idea di “ricomporre” un nuovo “passato” adattandolo ai gusti dei vecchi trekkisti (recupero, ma solo in parte, di certi stilemi anni sessanta) e nuovi fan (il film secondo me porta una boccata d’ossigeno a una serie ormai esaurita). Un’ottima e interessante recensione.
@alberto: mi spiace che blogger faccia questi scherzi, può passare la voglia di commentare. Forse era in stallo in sistema, non so.Ringrazio invece te e Udp per avere espresso qui le vostre posizioni.In effetti è vero che Star Trek sia, da sempre, “tv al cinema”.Solo che forse ci voleva Abrams per farlo sapere a tutti. Io, avendo visto i 10 film precedenti, che non brillavano per raffinatezza espressiva o soluzioni linguistiche ardite, non mi aspettavo molto di più di quello che ho visto.Continuo a ritenere questo film un esperimento interessante, ma ribadisco quanto detto già nel post quando parlavo di grande pilot televisivo.Che il supporto condizioni l’immagine però è un po’ vero, perchè se io giro un film in 1:85 e poi uno si vede il film su uno schermo 14 pollici, non so cosa quelle inquadrature spezzate, smozzicate, parziali possano “dirgli”.Che poi alla fine quel film sia così potente che visto anche sullo schermo di un cellulare è comunque una bella cosa, può darsi ma è raro.Grazie e buona giornata a tutti e due.
Concordo con UdP. Avevo inviato un commento be tre volte, e a quanto vedo non è comparso. Vediamo se adesso funziona, anche se UdP ha già centrato il punto–Mi fa piacere trovare qualcuno che, se non è un po’ schifato quanto me, almeno qualche dubbio se lo pone. Rispondo solo ad un’osservazione di souffle, che mi pare esser buona a coprire il più di quanto ha detto:E si può parlare di cinema per un film coreano scaricato dalla rete e visto su uno schermo 17 pollici del pc, con audio appena decente e colori che risentono della compressione del file ?Beh, sì. E lo si può fare perché quel che fa il cinema non è il supporto sul quale si imprime l’immagine o quello sul quale la si guarda, bensì il linguaggio. Poi si può discutere sulla qualità della copia visionata, ma è una cosa che notoriamente si può fare anche con la qualità della visione in sala, che spessissimo è assai infelice. Quindi è sicuro dire che preferisco vedere cinema in tv, piuttosto che tv al cinema.
Io parlavo di convenzionalità di mise en scène (convenzionalità più come piattezza espressiva che come rispetto delle convenzioni). In questo Star Trek non vedo, cinematograficamente, neanche chissà quale lavoro sugli stilemi televisivi, anzi. E lo stratagemma del viaggio nel tempo mi pare sia stato usato al minimo delle potenzialità, narrative e visive.
Il mio discorso non escludeva una preoccupazione o un accoglimento senza riserve di queste nuove modalità cinematografiche. Anzi. Però ne sono interessato, al pari del mio interesse che il pubblico cinefilo nutre per le serie tv.Pensare che chi si nutre di serie tv non abbia sviluppato un “gusto” per un linguaggio televisivo e spenga questo “gusto” quando va al cinema, mi sembra difficile.D’altro canto io vorrei ancora scrivere lettere a penna e mandare cartoline, ma mi dicono sia cosa da vecchi.E se un signore, diciamo Mann, gira un film, diciamo Collateral, tutto in digitale, ha senso chiamarlo ancora “cinema”?Una volta che distruggo la pellicola e non la uso più, Collateral è da vedere in una sala o posso vederlo allo stesso identico modo in uno schermo Lcd full HD?Ed è musica quella sul vinile o quella 1/0 bit su cd o mp3 tutta identica e perfettamente duplicabile senza perdite?Sto parlando ovviamente di contenitore, ma siamo sicuri che non finisca per influenzare il contenuto?E siamo sicuri che Lost non si nutra del cinema dei serial anni ’30 – quelle puntate di 60 minuti che proiettavano nei cinema, una diversa a settimana, che Lucas e Spielberg hanno omaggiato in Indiana Jones?E si può parlare di cinema per un film coreano scaricato dalla rete e visto su uno schermo 17 pollici del pc, con audio appena decente e colori che risentono della compressione del file ?E possiamo dire di conoscere Kubrick, i cui film gente come me ha visto al cinema solo in 3 casi?Ed è cinema Nick e Nora infinite playlist, oppure si tratta di un tv movie che potevamo vedere tranquillamente a casa seduti sul divano come hanno fatto tutti quelli che se lo sono scaricato?Cioè, abbiamo perso qualcosa non vedendolo al cinema?A mio parere il cinema mainstream difficilmente sfugge alla convenzionalità, perchè convenzionale è il pubblico che va a vederlo, che vuole X e gli viene dato X.Se poi parliamo delle produzioni di Star Trek della Paramount, questa non gli si discosta, solo che è fatta con molti più soldi.Come quasi tutti i film che si rifanno al vecchio cinema exploitations solo che si usano più soldi e gli sfondi non sono di cartone.In questa operazione di Star Trek però si inseriscono gli stilemi televisivi, quel linguaggio di ammiccante dichiarato amore per la serialità tv diretto a un pubblico dai 16 ai 35 che questo amore per le serie tv lo conosce bene.Così come la letteratura anche il cinema risulta influenzato dal nuovo modo di lavorare del cervello delle persone nell’era del multi tasking (ahimè).Chiudo dicendo che Lost mi ha annoiato molto specie dall’inizio della seconda serie, ma del resto io sono un amante dei procedurali, genere si sa, noiosissimo 🙂
Alberto, no non sei il solo, nonostante io sia un seguace di Lost della prima ora (e credo che lo sarò fino all’ultima). Finora al cinema (e sottolineo “al cinema”) Mr Abrams non mi è mai sembrato andare al di là di una medietà spettacolare anche efficace ma molto più convenzionale di quanto (e tuttora non capisco perché) si dica in giro.
souffle: È facile stimare che hai ragione. Da parte mia, se la caduta è nei termini che ci vende questo Abrams, Dio (o chi per lui) ce ne scampi. (L’ottica è già etica, qualsiasi cosa sia l’etica, ed è qua in primis che Abrams ha già fatto cadere tutto quel che può cadere.) Un cinema sconfitto dalla televisione mi mette in allarme, ipotizzando debba fregarcene qualcosa. Ma sono quasi l’unico al mondo a non adorarlo, quindi che io mi fotta!
@MissV: inquietante lo è… ma effettivamente il tipo non è male. ^^@alberto: sì effettivamente hai ragione. Come dicevo, questo è un grosso pilot che nel presentare i personaggi è effettivamente un “numero zero”. Però a mio parere è quella la cosa interessante, cioè la caduta di certi confini etici ed estetici tra televisione e cinema, racconto cinematografico e serie tv. Gli stilemi televisivi che tracimano al cinema e ne condizionano le sue modalità.In un certo senso la sconfitta del cinema in favore della televisione.In attesa del digitale che sostituirà completamente la pellicola e della trasmissione via satellite che sostuirà la cabina di proiezione. Poi, tra cinema e tv non sarà più una questione etica, ma solo ottica.@noodles: in effetti è strana come cosa. E anche a me manca la donna come motore (comico sopratutto) di una storia.Negli ultimi 10 anni poi si è assistito, nel cinema mainstream alla scomparsa del cd. cinema “romantico” in favore di buddy film, più o meno riusciti.Per quanto socialmente o culturalmente la donna possa avere conquistato posizioni, lo sguardo femminile sulle cose e sulle storie cinematografiche non sembra riscuotere molti consensi.E se in Star Trek Voyager (serie tv) il capitano dell’Enterprise è una donna, in questo universo di fantascienza di Abrams, che strizza molto l’occhio alla serie anni ’60, le donne hanno un posto secondario o funzionale.A me manca boulevard Saint Michel, la boulangerie, i parchi, il Museo D’Orsay, perdermi per il Marais. :)un saluto a tutti e due e grazie per i vostri commenti.
Sì, indubbiamente hanno fatto il collante del cinema classico americano (il western su tutti, e un leoniano come me non può che apprezzare). Mi meraviglia che lo sia anche oggi, questo volevo dire. Al di là della questione omoerotica (che è un’altra immensa galassia neanche tanto celata del cinema americano, c’era quel saggio Lo schermo velato), mi stupiva la messa da parte della donna, che invece – in teoria – nella nostra società dovrebbe o sembrerebbe fare passi in avanti. Insomma se fossi una spettatrice mi girerebbero un attimo – pur non avendole ahah.Splendida quella puntata. E tra l’altro, come ogni cosa che viene fuori dalla penna di quella delizia che è la Fey, anche molto realistica. Alla fine sorridendo, mostra come le categorie sono fallaci e che l’essere umano è molto più complesso di quanto pensiamo. (Era quell’episodio no che vedeva anche un folgorante bacio-lesbo tra la Fey e la Hayek??? ormoni in libera uscita praticamente).(Parigi est tres belle, anzi de più. Ci ho ancora la nostalgia, porca bubbola).Ciao, scusa il papiro immenso…
Mi associo agli apprezzamenti per il post. Che però è molto più emozionante del film, il quale personalmente non è riuscito granché ad interessarmi, figuriamoci a farmi versare qualche lacrima. Anzi, il cinema di Abrams, in quanto cinema, non mi interessa minimamente poiché totalmente televisivo: poi, magari, è ottima televisione, ma tant’è. Un’ora al massimo, poi diventa soporifera. Lo script è nettamente più decente della direzione di Abrams, ma è anch’esso pesantemente televisivo-seriale nella struttura.
Direi che abbiamo raggiunto l’accordo: “Zachary Pine / Chris Quinto”un po’ inquietante, ma prende il meglio da entrambi ^^
@mr_sandman: :D. Grazie sei gentile. A Milano è uscito in 3 sale se non erro, in effetti Star Trek in Italia non ha mai avuto molta fortuna. Spero tu possa vederlo in sala come merita, altrimenti rimane il dvd da gustarsi a casa tranquilli sul divano…Un abbraccio.@recenso: tutti credo rimpiangiamo il vecchio Kirk, ma questo film è riuscito forse a creare una nuova generazione di trekkisti, e ad aprire una nuova era. Ah, Abrams è già al lavoro sul sequel, non c’erano dubbi in proposito. :)Un saluto.
Sarebbe stato ottimo in 3d e 4d ma avrebbe limitato l’affluenza.Ora che JJ ha la strada sgombra concepire un sequel non sarà così facile Io però rimpiango quel bel ragazzone di George Kirk 🙂
Non sono un fan dei vecchi film e serie tv (troppo giovane :p) ma non vedo l’ora di vederlo, anche perchè mi piace molto il genere! Mi hai messo una curiosità addosso!!Peccato dubito di fare in tempo a vederlo al cinema prima che lo tolgano..Sarò ripetitivo ma splendido post ^^un saluto
@noodles: sì da vedere e su uno schermo grande!Le amicizie virili (con sottofondo omoerotico meno nascosto di un tempo) per ora dominano e sembrano piacere, ma non sono poi una novità (vedi molto western e molto action). Più che altro, noodles, come sai bene avendo visto la puntata 7 della seconda stagione di 30 Rock, ci si può sentire attratti da un ragazzo senza essere gay, come capita a Frank Rossitano con il ragazzo 20enne che consegna il caffè negli studi (e che invece si prende una cotta per Tina Fey).un saluto affettuoso (bella Parigi, eh?). ^^
splendido post (la citazione da rocky è una chicca). Cavoli mi hai messo una certa curiosità ormai, io che non sono né un trekkista né un JJ troppo addicted. Ma questa cosa spaziale va vista, e al cinema. Non c’è dubbio che a casa perda molto.ahah bella la chiosa con la disputa ormonale. Per gli etero è più semplice perchè non dobbiamo litigare con le accompagnatrici per chi si prende chi. Provvede la differenza di gusti.P.s. la questione sulla messa in angolo delle donne è uno spunto interessante e contraddittorio. Nonostante l’avanzamento culturale in effetti il cinema americano ultimamente pare aver voglia di tirare fuori soprattutto muscoli e amicizie virili; le femmine restino a casa a cucinare. O a dietro i fornelli trekkiani.
@miss: avrà un suo fascino segreto indiscutibile.
in realtà lo chiedo con un senso di colpevolezza di fondo, piace anche a me ma non capisco perché mai.
@chimy: grazie. credo anche io che un buon inizio predisponga bene per la visione.@missv: non saprei dirti il fascino di Zachary. Chris Pine, anche per come è inquadrato da Abrams fa mooolto più sesso.un saluto a tutti e due.
Un post da incorniciare. (Ma com’è che alle donne piace Zachary Quinto?)
“Una delle cose che si rimprovera agli script è che spesso non hanno un decente mood di partenza del cd. eroe. Abrams non solo ce ne costruisce uno appassionante, ma ci fa anche versare qualche lacrima. Ora l’eroe può partire per il viaggio, il film può cominciare. E questo è cinema”Frase perfetta. Qui secondo me sta la qualità migliore di questo (signor) film.Un saluto