Gilliam l’espansione del cinema

Il mondo non finirà mai finchè ci sarà qualcuno che racconterà una storia


The imaginarium of Doctor Parnassus (consentitemi il titolo originale) è l’ennesima dichiarazione d’amore di Terry Gilliam alla narrazione per immagini. La sua bibbia, il mantra recitato dai monaci in altissimi monasteri, la vera sfida contro il Diavolo è opporre il Credo nella potenza del cinema e delle sue armi, prima fra tutte la narrazione.
Un cinema che non si pone limiti di tempo nè di spazio, la macchina da presa sale vertiginosamente, spazi immensi si aprono ai suoi piedi, Gilliam recupera la libertà di Brazil e vola sganciandosi dalle corde delli script, prendendosi il rischio di frustrare le aspettative di chi vuole uscire dal cinema con le idee chiare.
Il regista non ha paura di usare il totale, ansioso di scoprirci alla meraviglia di tutto il disegno che ha tracciato, cinema formato A3, dolly e carrello all’indietro usati in modo esagerato ma mai fuori senso. La fantasia libra anche la macchina da presa, libera la scenografia, lsvincola gli attori dal convezionale rapporto con lo spazio nell’inquadratura.
La Narrazione ha mille e più anni come Parnassus e continuerà ad esistere – con tutti i mezzi che la tecnologia le offrirà – perchè l’esistenza senza fabula è squallida e vuota come un centro cittadino affogato dal cemento.

E l’uomo-regista coperto di stracci riacquista dignità e vita tornando a fare muovere i pupazzi-attori nel suo piccolo/grande teatro di marionette.
E lì, nella mente di Parnassus, dietro lo specchio si agita la propria idea di cinema, da difendere con qualche concessione al moderno, ma sempre a bordo di un carretto antico tirato da cavalli. I narratori sono artisti di strada, si parte sempre dalla storia raccontata davanti al fuoco a gente che non vuole ascoltarla.
Gilliam lotta ne La Mancha contro i mulini a vento, Munchausen solitario contro l’esercito del cinema senza storie, che oggi riceve entusiasmi esagerati.
The imaginarium of Doctor Parnassus è un film davvero molto complesso, da vedere più volte e, si spera, almeno una in originale, per godersi il lavoro sulle voci degli attori (*) che hanno sostituito il compianto Ledger, costretto dal “girato” a vivere al di qua dello specchio, nel mondo della realtà, dove si muore, mentre Johnny Depp (il migliore), Jude Law e Colin Farrell occupano quello della finzione dove l’unico limite a tutti i mondi (filmici) possibili, l’unico limite al Cinema e al suo espandersi, è l’immaginazione del suo autore.


(*) Per non parlare dell’immenso Christopher Plummer doppiato, senza sforzo di fantasia, dalla voce di Silente. Vergogna.

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Amante del cinema, delle serie tv e della cucina adora la comunicazione e la scrittura (degli altri). Nel tempo libero fa un lavoro completamente diverso.
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9 risposte a Gilliam l’espansione del cinema

  1. souffle ha detto:

    Voto corretto. 🙂 Scusa, e dire che ti avevo messo in alto proprio per il tuo voto più alto di tutti. Potenza dei refusi! Un saluto.

  2. Noodles ha detto:

    mi piace tantissimo ciò che scrivi sui limiti da superare. credo sia il concetto base non solo di Parnassus, ma del cinema di Gilliam tout court. E' per questo che lo difendo a spada tratta anche contro gli evidenti limiti. Proprio perché è un film titanico che cerca di andare oltre e certo qualche pezzo lo perde ma pure il suo ardimento lo ripaga, anche con una scenografia immaginifica che è più vera del vero, bigger than life.Concordo su Depp. La sua apparizione benché breve è sentita e molto commovente, nonché vero e proprio sigillo poetico dell'opera. Sul doppiaggio devo dire la verità stavolt non m'ha fatto schifo. ovviamente in originale sarà altra cosa – godo al solo pensiero di ascoltare Mr. Nick con quel ruvido sibilare gutturale di Waits! Ma anche così non m'è spiaciuto. Neanche il Plummer-Silente.[p.s. volevo dirti che sulla connection il mio voto è 4.5 non 4 ^^].

  3. souffle ha detto:

    @pickpocket83: mi dai una bellissima notizia. Sappiamo che i problemi economici hanno sempre tormentato le produzioni di Gilliam, speriamo che riesca dove già una volta fallì, per circostanze straordinarie.@honeyboy: spero ti venga voglia di scriverne anche se – e me ne sono reso conto – è davvero difficile usare la parola per esprimere quello che il film ha trasmesso. Hai detto benissimo: volutamente o meno, Gilliam spinge a schierarsi. E da sempre mi sento vicino a lui. @blackhair: sei davvero gentile. :-)grazie per i vostri commenti.

  4. Blackhair ha detto:

    anche a me è piaciuto, ma non riuscivo a dirlo così bene : )

  5. honeyboy ha detto:

    non credo che io ne sriverò, ma mai dire mai"La Narrazione ha mille e più anni come Parnassus e continuerà ad esistere – con tutti i mezzi che la tecnologia le offrirà – perchè l'esistenza senza fabula è squallida e vuota come un centro cittadino affogato dal cemento."perfetto. hai centrato pienamente il punto cardine del film, secondo meil cinema di gilliam è un cinema di trincea, l'importante è avere le idee chiare su dove schierarsi :)un saluto

  6. Pickpocket83 ha detto:

    Sì… è dato come in pre-produzione, e annunciato per il 2011. Ma pare che le difficoltà ancora da superare(economiche soprattutto) non siano poche..Speriamo bene.

  7. souffle ha detto:

    @alberto: ahahah. Esagerato.@pickpocket83: hai notizie di una ripresa della produzione del Don Chisciotte? Sarebbe favoloso!Un saluto

  8. Pickpocket83 ha detto:

    Molto bella la tua analisi. Questo è uno dei film che attendo con più ansia dell'intera stagione. Il cinema di Gilliam è come una stella polare. Imprescindibile. Spero solo arrivi presto dalle mie parti perchè l'attesa è durata già abbastanza. :)P.S. Attese se possibile ancora più spasmodiche per il futuro Gilliam che verrà… il don Chisciotte. Un saluto

  9. Alberto Di Felice ha detto:

    Ma cosa sono tutte queste bieche lamentele intellettuali sul doppiaggio e questo riferirsi in maniera intellettual-snob al titolo originale? Per di più un titolo in inglese, mica — che ne so — in thai. Sono esterrefatto e anche un po' offeso.

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