Il film che vede protagonista il magnifico Joseph Gordon-Levitt a cavallo di una bici scorrazzare a fare consegne per NYC, Premium Rush da noi uscito col titolo aggiunto di Senza freni, è stato girato nell’estate del 2010.
Negli Usa è uscito due anni dopo e un amico giornalista mi ricorda sempre che una ragione c’è se un film ci ha messo tanto ad uscire nei cinema. E una ragione ci deve essere se la Warner lo ha distribuito in Italia direttamente in dvd.
David Koepp, già autore del pregevole Ghost Town, fa coppia di nuovo con lo sceneggiatore John Kamps, per regalarci un film il cui scopo, lo scopriamo subito con delizia, è mostrarci i polpacci in piena forma di Joseph Gordon-Levitt che è al solito strepitoso quando monta… la bicicletta.
Altra notevole dote che hanno gli sceneggiatori industriali americani è quella di riuscire a imbastire una storia, a volte con successo altre meno, su qualunque categoria professionale e renderla “fica”. Chi mai avrebbe immaginato nell’era delle consegne elettroniche del nuovo millennio, la funzione fondamentale dei pony express nella New York congestionata dal traffico?
Se Jerry Calà faceva le consegne in Vespa, Joseph, decisamente più in forma, imbraccia una bici alla quale ha tolto i freni (di qui il titolo italiano) perché non servono, baby. La baby in questione è Vanessa (Dania Ramirez) che sta con Joseph ma è un po’ stufa e forse lo molla per il rivale di lui, più palestrato. Insomma livello basico rapporti interpersonali: i due maschi si detestano e competono per la femmina. Il mondo di Quark metropolitano.
In mezzo, per dare una qualche giustificazione alle evoluzioni dei nostri runner, c’è la storia di un pacchetto da non consegnare, di una madre e un figlio, di una montagna di denaro e di un poliziotto corrotto che se ne vuole impossessare, cui Michael Shannon presta il suo oramai noto volto a rischio di inflazione dopo che tutti si sono accorti quanto è bravo.
Koepp gira un film incredibilmente (considerata la sottigliezza della sua opera più nota, Ghost Town, appunto) privo di interesse, se non per gli appassionati di evoluzioni ciclistiche e dell’adrenalina del movimento. Un po’ meno forse per i ciclisti professionisti e i loro insegnanti.
Notava Henry Barnes, che ha recensito il film per The Guardian, “This is about the bike, the road and the compulsion to go, go, go. Cycling proficiency teachers will hate it.”